
Dipendenza affettiva
Dipendenza affettiva
Psicologo Prato
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Cosa NON è la dipendenza affettiva?
Il concetto di dipendenza affettiva è talmente inflazionato a livello mediatico da essere spesso confuso con una patologia mentale. Ma la dipendenza affettiva non è una patologia. Infatti, non esiste una diagnosi di “dipendenza affettiva” nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali). Dunque, non è appropriato parlare della dipendenza affettiva come se fosse un disturbo mentale.
Cos’è la dipendenza affettiva?
Se la dipendenza affettiva non è una patologia mentale, di che cosa si tratta? Anzitutto, bisogna dire che tutti noi dipendiamo affettivamente dagli altri, anche se in piccola misura. Infatti, tutti noi sentiamo un certo bisogno di essere apprezzati, amati, coccolati, riconosciuti e valorizzati dagli altri. Ciò accade soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo particolarmente vulnerabili. D’altra parte, ogni essere umano nasce e cresce grazie alla cura di un altro essere umano. E questo legame di cura, di dipendenza reciproca che connette noi agli altri, è l’aspetto che fonda ogni tipo di relazione umana. Pertanto, un certo livello di dipendenza affettiva è normale, e caratterizza ogni tipo di relazione per noi significativa.
Tuttavia, quando il bisogno di riconoscimento, di affetto e di amore è costante e profondo, iniziamo a dipendere molto (o totalmente) dagli altri fino ad arrivare, in alcuni casi, ad attuare comportamenti che sono finalizzati unicamente ad ottenere e/o mantenere il loro affetto e la loro la considerazione. Questo può portare ad ignorare i propri bisogni personali fino a soffrirne. Ed è qui che la dipendenza affettiva diventa una modalità poco funzionale di relazionarsi agli altri: quando si annulla se stessi a favore degli altri, con lo scopo di ottenere quell’amore ed affetto tanto desiderati. Il concetto di dipendenza affettiva entra a far parte del lessico psicologico dopo la pubblicazione del libro “Donne che amano troppo”, scritto dalla psicoterapeuta R. Norwood, che indaga i meccanismi psicologici della dipendenza affettiva di quelle donne che non riescono a mettere fine a quella che viene comunemente definita una “relazione tossica”.
Successivamente, questo concetto è stato esteso a tutte quelle modalità relazionali dove il profondo bisogno di affetto (che sembra non essere mai soddisfatto) crea un forte malessere nella persona.
È importante sottolineare che non esistono persone completamente dipendenti affettivamente e persone che non lo sono per nulla, ma esistono diversi livelli di dipendenza affettiva: può essere minima, lieve, moderata o più marcata. Infatti, come già detto, un minimo livello di dipendenza affettiva caratterizza tutti noi.
Qui sotto approfondisco il tema, ma ti chiedo di tenere in considerazione che i comportamenti descritti non danno ragione del livello di sofferenza che una persona sta provando, né della gravità del problema. Spesso i comportamenti non permettono di capire il livello del problema, perché questo dipende molto da quello che effettivamente la persona vive dentro di sé, da quello che sente e pensa dentro di sè. Ognuno di noi è unico e quello che una persona sperimenta lo si può capire solo ascoltandola. Ad ogni modo, a prescindere dall’entità della difficoltà, un percorso psicologico o di psicoterapia permette di lavorare sulle proprie relazioni ed insicurezze personali per rafforzare il proprio carattere e sviluppare un maggiore grado di autonomia affettiva e di autostima. Questo a prescindere dall’età e dalla situazione che si sta attraversando.
Dipendenza affettiva e relazioni
La dipendenza affettiva non riguarda solo le relazioni d’amore, ma può caratterizzare anche altri tipi di rapporto (un rapporto di amicizia o un legame familiare). Pertanto, si potrebbe sperimentare una dipendenza affettiva dalla propria madre o dal proprio padre anche in età adulta. Ad ogni modo, la persona (o le persone) da cui si dipende affettivamente, diventano un punto di riferimento costante, e con i loro giudizi e comportamenti possono condizionare profondamente la vita della persona che soffre di dipendenza affettiva. Può essere un genitore, un partner, un amico. Nella mia esperienza di psicologo a Prato, ho notato che spesso la dipendenza affettiva è caratterizzata da una mancanza di reciprocità nella relazione tra due persone: in questi tipi di relazione, viene a crearsi uno squilibrio tra ciò che si dà e ciò che si riceve. In altri termini, la persona che soffre di dipendenza affettiva dà molto, si concede molto agli altri, è molto disponibile verso di loro, senza mai ricevere abbastanza. Quando si instaurano questi rapporti di dipendenza, essi non si fondano su un legame sano. Infatti, nelle relazioni basate sulla dipendenza affettiva, l’altro diventa una fonte di conferma del proprio valore o di riempimento del proprio vuoto interiore. In questo caso, la relazione anziché essere un sano nutrimento reciproco diventa il mezzo per colmare i propri bisogni affettivi.
Nella dipendenza affettiva il comportamento della persona è finalizzato a tenere sotto controllo emozioni considerate intollerabili, come l’ansia, che scaturisce dalla paura di essere rifiutati o abbandonati dall’altro. Per questo motivo, vengono attuati comportamenti volti ad ottenere l’approvazione dell’altro; oppure comportamenti di controllo, volti verificare l’affetto o l’amore dell’altro nei propri confronti.
Spesso la dipendenza affettiva si esprime in relazioni di co-dipendenza, dove l’altra persona (es. il partner) sente il bisogno di avere accanto qualcuno che dipenda affettivamente da lei. Infatti, diversamente da quanto si pensa, la dipendenza affettiva è spesso una dinamica a due.
Come Psicologo a Prato mi occupo della dipendenza affettiva che può instaurarsi sia verso propri familiari, sia nei confronti di altre figure di riferimento nella vita della persona, in particolare il proprio partner. Come Psicologo a Prato vengo spesso contattato per questo tipo di problematica da persone indipendenti da un punto di vista materiale, lavorativo, capaci di muoversi in maniera competente nella gestione degli aspetti pratici della vita, ma che non si sentono davvero autonomi interiormente.
Dipendenza affettiva e amore
In una relazione d’amore basata sulla dipendenza affettiva, la persona fatica a contare su se stessa per trovare la conferma del proprio valore personale e delle proprie capacità. In altri termini, la persona che soffre di dipendenza affettiva fatica a trovare un senso e un valore in se stessa, ed ha bisogno di una relazione dove trovare (o ricercare costantemente) conferma al proprio valore. Tuttavia, è proprio la capacità di trovare un valore in sé a prescindere dall’altro che ci rende autonomi e pronti per una relazione d’amore che non sia basata sulla dipendenza affettiva. Infatti, a dispetto di quanto si crede di solito, l’amore emerge dall’incontro di due individui, e non di due metà. L’altro non dovrebbe essere un completamento di sé, ma un elemento in più che aggiunge sapore e gusto alla nostra vita, senza esserne il centro.
Non è raro che l’amore e la dipendenza affettiva si confondano tra loro e siano entrambi presenti in una relazione. Per questo motivo, è importante distinguere i due livelli. Per farlo, l’elemento distintivo da tenere in considerazione (come detto in precedenza) consiste nella presenza o meno della capacità di contare su se stessi per trovare conferma al proprio valore e alle proprie capacità, senza avere un costante bisogno che questa conferma provenga dall’altro. Perché questo è ciò che ci garantisce di essere integri e completi anche senza l’altro. Altrimenti, se così non fosse, il rischio sarebbe quello di annullare la propria individualità in favore dell’altro, al fine di essere approvati da lui, soddisfacendo le sue aspettative in cambio di amore e di considerazione. Infatti, nella dipendenza affettiva si verifica spesso un auto-annullamento di sé, perché tutte le proprie energie sono focalizzate sull’altro e volte ad ottenere da lui attenzione, supporto o affetto, spesso mostrandosi disponibili, sottomettendosi alle sue volontà e facendo molta fatica a dire di no. Ovviamente è sano dedicarsi alla relazione e all’altro, ma quando la propria disponibilità si trasforma in assoluta dedizione all’altro, si crea uno squilibrio che porta a star male. In questo caso, la relazione anziché essere un sano nutrimento reciproco diventa il mezzo per colmare i propri bisogni affettivi.
La persona che soffre di dipendenza affettiva vive spesso il senso di inadeguatezza e la paura dell’abbandono, della separazione o della solitudine. Per questo motivo può sentire un costante stato di ansia o di tensione di fondo all’interno di una relazione d’amore. Gli allontanamenti, le separazioni (anche per brevi periodo di tempo) o i comportamenti di autonomia del partner vengono visti come una minaccia di un abbandono. Quindi, nella dipendenza affettiva, la relazione d’amore anziché essere un’occasione di crescita può diventare una bolla di tensione e ansia quasi costanti.
Chi è il partner della persona dipendente?
Nella mia esperienza di psicologo a Prato, ho notato che quando è presente una dipendenza affettiva, la persona amata può essere giudicante, rifiutante, poco presente, sfuggente o irraggiungibile. La persona amata fatica a ricambiare l’affetto e la disponibilità a lei donate, oppure diventa molto richiedente e pretenziosa versa la persona che ne dipende affettivamente. In alcuni casi il partner ha una personalità narcisistica o comunque un tipo di personalità per la quale fatica a mostrare empatia ed ascolto, facendo sentire la persona che soffre di una dipendenza affettiva rifiutata e allontanata. In alcuni casi il partner di chi soffre di dipendenza affettiva è molto egocentrico e concentrato sui suoi bisogni. Tuttavia, questi comportamenti del partner spingono la persona che soffre di dipendenza affettiva ad insistere nell’ottenere dal partner quello che in realtà non potrà mai darle: quell’affetto e considerazione tanto ricercati. Infatti, spesso il forte desiderio di essere amati mantiene la persona che soffre di una dipendenza affettiva in una relazione dove l’altro si mostra poco disponibile a soddisfare i propri bisogni affettivi. La relazione a questo punto si trasforma in uno sforzo costante per ottenere l’amore tanto desiderato, portando la persona, in alcuni casi, ad annullarsi completamente pur di ottenerlo. Questo diventa un fattore talmente frustrante da scatenare rabbia e risentimento nei confronti del partner. Tuttavia, in questi casi, la persona che soffre di dipendenza affettiva fatica ad interrompere la relazione, proprio per quello che la R. Norwood ha definito “amare troppo”.
Dipendenza affettiva e autostima
Spesso una non sufficiente autostima è caratteristica della dipendenza affettiva. Infatti, come ho scritto sopra, l’essenza della dipendenza affettiva consiste nel forte bisogno di essere confermati nel proprio valore personale, perché la persona che dipende affettivamente fatica a contare su se stessa. In altri termini, grazie all’approvazione dell’altro la persona sente di avere un valore; senza l’altro si sente persa. Una bassa autostima può aver avuto origine da esperienze relazionali dolorose, dove non si è stati visti e riconosciuti per quello che si è. Spesso queste relazioni riguardano la propria famiglia, i propri genitori in primis. Ma anche relazioni d’amore, o altri tipi di relazioni in cui si è stati profondamente feriti possono aver contribuito ad una bassa autostima e allo sviluppo di un modo di stare con gli altri basato sulla dipendenza affettiva. Come psicologo a Prato noto che in questi casi può essere difficile per la persona trovare in una storia d’amore un riconoscimento dei propri bisogni. Invece, quello che accade è che si insista costantemente per ottenere un riconoscimento, una stima, una valorizzazione di sé che però il partner non riesce a dare. Una relazione sana è infatti possibile se si è raggiunta una buona indipendenza personale, e quindi una buona autostima. Una relazione sana è possibile solo quando si ha la capacità di mostrarsi per come si è autenticamente, lasciando emergere anche le debolezze e senza il bisogno di controllare l’altro; essendo capaci di far rispettare i propri confini all’interno di una relazione di amore, regolando distanza e vicinanza.
Come posso aiutarti?
Nel mio studio di psicologo a Prato, mi occupo di prenderti in carico, ascoltandoti ed aiutandoti a capire come affrontare le tue attuali difficoltà.
L’approccio terapeutico che utilizzo per curare la dipendenza affettiva è l’approccio sistemico-relazionale. Senza nessun giudizio e rispettando i tuoi tempi, parto dalla valutazione approfondita della tua storia e delle situazioni relazionali in cui ti trovi attualmente, accompagnandoti verso una migliore comprensione dell’origine delle tue difficoltà, suggerendo anche il tipo direzione utile per la risoluzione delle tue problematiche.
L’approccio sistemico-relazionale per la cura della dipendenza affettiva mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo problema. Senza nessun giudizio e rispettando i tuoi tempi approfondisco la tua storia e altre componenti importanti (famiglia di origine e legami di attaccamento, primi rapporti di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità). Questo permette di capire come ha esordito il problema e quali siano le condizioni che lo mantengono. Mi occupo poi di valorizzare lo sviluppo delle tue risorse personali per affrontare diversamente e in maniera costruttiva le situazioni relazionali nei diversi contesti di vita, al fine di portarti ad un maggiore grando di indipendenza e benessere.
L’approccio sistemico relazionale segue linee di intervento efficaci che variano da un individuo all’altro a seconda delle caratteristiche individuali e dei problemi specifici di ciascuna persona.
Cosa NON è la dipendenza affettiva?
Il concetto di dipendenza affettiva è talmente inflazionato a livello mediatico da essere spesso confuso con una patologia mentale. Ma la dipendenza affettiva non è una patologia. Infatti, non esiste una diagnosi di “dipendenza affettiva” nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali). Dunque, non è appropriato parlare della dipendenza affettiva come se fosse un disturbo mentale.
Cos’è la dipendenza affettiva?
Se la dipendenza affettiva non è una patologia mentale, di che cosa si tratta? Anzitutto, bisogna dire che tutti noi dipendiamo affettivamente dagli altri, anche se in piccola misura. Infatti, tutti noi sentiamo un certo bisogno di essere apprezzati, amati, coccolati, riconosciuti e valorizzati dagli altri. Ciò accade soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo particolarmente vulnerabili. D’altra parte, ogni essere umano nasce e cresce grazie alla cura di un altro essere umano. E questo legame di cura, di dipendenza reciproca che connette noi agli altri, è l’aspetto che fonda ogni tipo di relazione umana. Pertanto, un certo livello di dipendenza affettiva è normale, e caratterizza ogni tipo di relazione per noi significativa.
Tuttavia, quando il bisogno di riconoscimento, di affetto e di amore è costante e profondo, iniziamo a dipendere molto (o totalmente) dagli altri fino ad arrivare, in alcuni casi, ad attuare comportamenti che sono finalizzati unicamente ad ottenere e/o mantenere il loro affetto e la loro la considerazione. Questo può portare ad ignorare i propri bisogni personali fino a soffrirne. Ed è qui che la dipendenza affettiva diventa una modalità poco funzionale di relazionarsi agli altri: quando si annulla se stessi a favore degli altri, con lo scopo di ottenere quell’amore ed affetto tanto desiderati. Il concetto di dipendenza affettiva entra a far parte del lessico psicologico dopo la pubblicazione del libro “Donne che amano troppo”, scritto dalla psicoterapeuta R. Norwood, che indaga i meccanismi psicologici della dipendenza affettiva di quelle donne che non riescono a mettere fine a quella che viene comunemente definita una “relazione tossica”.
Successivamente, questo concetto è stato esteso a tutte quelle modalità relazionali dove il profondo bisogno di affetto (che sembra non essere mai soddisfatto) crea un forte malessere nella persona.
È importante sottolineare che non esistono persone completamente dipendenti affettivamente e persone che non lo sono per nulla, ma esistono diversi livelli di dipendenza affettiva: può essere minima, lieve, moderata o più marcata. Infatti, come già detto, un minimo livello di dipendenza affettiva caratterizza tutti noi.
Qui sotto approfondisco il tema, ma ti chiedo di tenere in considerazione che i comportamenti descritti non danno ragione del livello di sofferenza che una persona sta provando, né della gravità del problema. Spesso i comportamenti non permettono di capire il livello del problema, perché questo dipende molto da quello che effettivamente la persona vive dentro di sé, da quello che sente e pensa dentro di sè. Ognuno di noi è unico e quello che una persona sperimenta lo si può capire solo ascoltandola. Ad ogni modo, a prescindere dall’entità della difficoltà, un percorso psicologico o di psicoterapia permette di lavorare sulle proprie relazioni ed insicurezze personali per rafforzare il proprio carattere e sviluppare un maggiore grado di autonomia affettiva e di autostima. Questo a prescindere dall’età e dalla situazione che si sta attraversando.
Dipendenza affettiva e relazioni
La dipendenza affettiva non riguarda solo le relazioni d’amore, ma può caratterizzare anche altri tipi di rapporto (un rapporto di amicizia o un legame familiare). Pertanto, si potrebbe sperimentare una dipendenza affettiva dalla propria madre o dal proprio padre anche in età adulta. Ad ogni modo, la persona (o le persone) da cui si dipende affettivamente, diventano un punto di riferimento costante, e con i loro giudizi e comportamenti possono condizionare profondamente la vita della persona che soffre di dipendenza affettiva. Può essere un genitore, un partner, un amico. Nella mia esperienza di psicologo a Prato, ho notato che spesso la dipendenza affettiva è caratterizzata da una mancanza di reciprocità nella relazione tra due persone: in questi tipi di relazione, viene a crearsi uno squilibrio tra ciò che si dà e ciò che si riceve. In altri termini, la persona che soffre di dipendenza affettiva dà molto, si concede molto agli altri, è molto disponibile verso di loro, senza mai ricevere abbastanza. Quando si instaurano questi rapporti di dipendenza, essi non si fondano su un legame sano. Infatti, nelle relazioni basate sulla dipendenza affettiva, l’altro diventa una fonte di conferma del proprio valore o di riempimento del proprio vuoto interiore. In questo caso, la relazione anziché essere un sano nutrimento reciproco diventa il mezzo per colmare i propri bisogni affettivi.
Nella dipendenza affettiva il comportamento della persona è finalizzato a tenere sotto controllo emozioni considerate intollerabili, come l’ansia, che scaturisce dalla paura di essere rifiutati o abbandonati dall’altro. Per questo motivo, vengono attuati comportamenti volti ad ottenere l’approvazione dell’altro; oppure comportamenti di controllo, volti verificare l’affetto o l’amore dell’altro nei propri confronti.
Spesso la dipendenza affettiva si esprime in relazioni di co-dipendenza, dove l’altra persona (es. il partner) sente il bisogno di avere accanto qualcuno che dipenda affettivamente da lei. Infatti, diversamente da quanto si pensa, la dipendenza affettiva è spesso una dinamica a due.
Come Psicologo a Prato mi occupo della dipendenza affettiva che può instaurarsi sia verso propri familiari, sia nei confronti di altre figure di riferimento nella vita della persona, in particolare il proprio partner. Come Psicologo a Prato vengo spesso contattato per questo tipo di problematica da persone indipendenti da un punto di vista materiale, lavorativo, capaci di muoversi in maniera competente nella gestione degli aspetti pratici della vita, ma che non si sentono davvero autonomi interiormente.
Dipendenza affettiva e amore
In una relazione d’amore basata sulla dipendenza affettiva, la persona fatica a contare su se stessa per trovare la conferma del proprio valore personale e delle proprie capacità. In altri termini, la persona che soffre di dipendenza affettiva fatica a trovare un senso e un valore in se stessa, ed ha bisogno di una relazione dove trovare (o ricercare costantemente) conferma al proprio valore. Tuttavia, è proprio la capacità di trovare un valore in sé a prescindere dall’altro che ci rende autonomi e pronti per una relazione d’amore che non sia basata sulla dipendenza affettiva. Infatti, a dispetto di quanto si crede di solito, l’amore emerge dall’incontro di due individui, e non di due metà. L’altro non dovrebbe essere un completamento di sé, ma un elemento in più che aggiunge sapore e gusto alla nostra vita, senza esserne il centro.
Non è raro che l’amore e la dipendenza affettiva si confondano tra loro e siano entrambi presenti in una relazione. Per questo motivo, è importante distinguere i due livelli. Per farlo, l’elemento distintivo da tenere in considerazione (come detto in precedenza) consiste nella presenza o meno della capacità di contare su se stessi per trovare conferma al proprio valore e alle proprie capacità, senza avere un costante bisogno che questa conferma provenga dall’altro. Perché questo è ciò che ci garantisce di essere integri e completi anche senza l’altro. Altrimenti, se così non fosse, il rischio sarebbe quello di annullare la propria individualità in favore dell’altro, al fine di essere approvati da lui, soddisfacendo le sue aspettative in cambio di amore e di considerazione. Infatti, nella dipendenza affettiva si verifica spesso un auto-annullamento di sé, perché tutte le proprie energie sono focalizzate sull’altro e volte ad ottenere da lui attenzione, supporto o affetto, spesso mostrandosi disponibili, sottomettendosi alle sue volontà e facendo molta fatica a dire di no. Ovviamente è sano dedicarsi alla relazione e all’altro, ma quando la propria disponibilità si trasforma in assoluta dedizione all’altro, si crea uno squilibrio che porta a star male. In questo caso, la relazione anziché essere un sano nutrimento reciproco diventa il mezzo per colmare i propri bisogni affettivi.
La persona che soffre di dipendenza affettiva vive spesso il senso di inadeguatezza e la paura dell’abbandono, della separazione o della solitudine. Per questo motivo può sentire un costante stato di ansia o di tensione di fondo all’interno di una relazione d’amore. Gli allontanamenti, le separazioni (anche per brevi periodo di tempo) o i comportamenti di autonomia del partner vengono visti come una minaccia di un abbandono. Quindi, nella dipendenza affettiva, la relazione d’amore anziché essere un’occasione di crescita può diventare una bolla di tensione e ansia quasi costanti.
Chi è il partner della persona dipendente?
Nella mia esperienza di psicologo a Prato, ho notato che quando è presente una dipendenza affettiva, la persona amata può essere giudicante, rifiutante, poco presente, sfuggente o irraggiungibile. La persona amata fatica a ricambiare l’affetto e la disponibilità a lei donate, oppure diventa molto richiedente e pretenziosa versa la persona che ne dipende affettivamente. In alcuni casi il partner ha una personalità narcisistica o comunque un tipo di personalità per la quale fatica a mostrare empatia ed ascolto, facendo sentire la persona che soffre di una dipendenza affettiva rifiutata e allontanata. In alcuni casi il partner di chi soffre di dipendenza affettiva è molto egocentrico e concentrato sui suoi bisogni. Tuttavia, questi comportamenti del partner spingono la persona che soffre di dipendenza affettiva ad insistere nell’ottenere dal partner quello che in realtà non potrà mai darle: quell’affetto e considerazione tanto ricercati. Infatti, spesso il forte desiderio di essere amati mantiene la persona che soffre di una dipendenza affettiva in una relazione dove l’altro si mostra poco disponibile a soddisfare i propri bisogni affettivi. La relazione a questo punto si trasforma in uno sforzo costante per ottenere l’amore tanto desiderato, portando la persona, in alcuni casi, ad annullarsi completamente pur di ottenerlo. Questo diventa un fattore talmente frustrante da scatenare rabbia e risentimento nei confronti del partner. Tuttavia, in questi casi, la persona che soffre di dipendenza affettiva fatica ad interrompere la relazione, proprio per quello che la R. Norwood ha definito “amare troppo”.
Dipendenza affettiva e autostima
Spesso una non sufficiente autostima è caratteristica della dipendenza affettiva. Infatti, come ho scritto sopra, l’essenza della dipendenza affettiva consiste nel forte bisogno di essere confermati nel proprio valore personale, perché la persona che dipende affettivamente fatica a contare su se stessa. In altri termini, grazie all’approvazione dell’altro la persona sente di avere un valore; senza l’altro si sente persa. Una bassa autostima può aver avuto origine da esperienze relazionali dolorose, dove non si è stati visti e riconosciuti per quello che si è. Spesso queste relazioni riguardano la propria famiglia, i propri genitori in primis. Ma anche relazioni d’amore, o altri tipi di relazioni in cui si è stati profondamente feriti possono aver contribuito ad una bassa autostima e allo sviluppo di un modo di stare con gli altri basato sulla dipendenza affettiva. Come psicologo a Prato noto che in questi casi può essere difficile per la persona trovare in una storia d’amore un riconoscimento dei propri bisogni. Invece, quello che accade è che si insista costantemente per ottenere un riconoscimento, una stima, una valorizzazione di sé che però il partner non riesce a dare. Una relazione sana è infatti possibile se si è raggiunta una buona indipendenza personale, e quindi una buona autostima. Una relazione sana è possibile solo quando si ha la capacità di mostrarsi per come si è autenticamente, lasciando emergere anche le debolezze e senza il bisogno di controllare l’altro; essendo capaci di far rispettare i propri confini all’interno di una relazione di amore, regolando distanza e vicinanza.
Come posso aiutarti?
Nel mio studio di psicologo a Prato, mi occupo di prenderti in carico, ascoltandoti ed aiutandoti a capire come affrontare le tue attuali difficoltà.
L’approccio terapeutico che utilizzo per curare la dipendenza affettiva è l’approccio sistemico-relazionale. Senza nessun giudizio e rispettando i tuoi tempi, parto dalla valutazione approfondita della tua storia e delle situazioni relazionali in cui ti trovi attualmente, accompagnandoti verso una migliore comprensione dell’origine delle tue difficoltà, suggerendo anche il tipo direzione utile per la risoluzione delle tue problematiche.
L’approccio sistemico-relazionale per la cura della dipendenza affettiva mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo problema. Senza nessun giudizio e rispettando i tuoi tempi approfondisco la tua storia e altre componenti importanti (famiglia di origine e legami di attaccamento, primi rapporti di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità). Questo permette di capire come ha esordito il problema e quali siano le condizioni che lo mantengono. Mi occupo poi di valorizzare lo sviluppo delle tue risorse personali per affrontare diversamente e in maniera costruttiva le situazioni relazionali nei diversi contesti di vita, al fine di portarti ad un maggiore grando di indipendenza e benessere.
L’approccio sistemico relazionale segue linee di intervento efficaci che variano da un individuo all’altro a seconda delle caratteristiche individuali e dei problemi specifici di ciascuna persona.
Cosa NON è la dipendenza affettiva?
Il concetto di dipendenza affettiva è talmente inflazionato a livello mediatico da essere spesso confuso con una patologia mentale. Ma la dipendenza affettiva non è una patologia. Infatti, non esiste una diagnosi di “dipendenza affettiva” nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali). Dunque, non è appropriato parlare della dipendenza affettiva come se fosse un disturbo mentale.
Cos’è la dipendenza affettiva?
Se la dipendenza affettiva non è una patologia mentale, di che cosa si tratta? Anzitutto, bisogna dire che tutti noi dipendiamo affettivamente dagli altri, anche se in piccola misura. Infatti, tutti noi sentiamo un certo bisogno di essere apprezzati, amati, coccolati, riconosciuti e valorizzati dagli altri. Ciò accade soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo particolarmente vulnerabili. D’altra parte, ogni essere umano nasce e cresce grazie alla cura di un altro essere umano. E questo legame di cura, di dipendenza reciproca che connette noi agli altri, è l’aspetto che fonda ogni tipo di relazione umana. Pertanto, un certo livello di dipendenza affettiva è normale, e caratterizza ogni tipo di relazione per noi significativa.
Tuttavia, quando il bisogno di riconoscimento, di affetto e di amore è costante e profondo, iniziamo a dipendere molto (o totalmente) dagli altri fino ad arrivare, in alcuni casi, ad attuare comportamenti che sono finalizzati unicamente ad ottenere e/o mantenere il loro affetto e la loro la considerazione. Questo può portare ad ignorare i propri bisogni personali fino a soffrirne. Ed è qui che la dipendenza affettiva diventa una modalità poco funzionale di relazionarsi agli altri: quando si annulla se stessi a favore degli altri, con lo scopo di ottenere quell’amore ed affetto tanto desiderati. Il concetto di dipendenza affettiva entra a far parte del lessico psicologico dopo la pubblicazione del libro “Donne che amano troppo”, scritto dalla psicoterapeuta R. Norwood, che indaga i meccanismi psicologici della dipendenza affettiva di quelle donne che non riescono a mettere fine a quella che viene comunemente definita una “relazione tossica”.
Successivamente, questo concetto è stato esteso a tutte quelle modalità relazionali dove il profondo bisogno di affetto (che sembra non essere mai soddisfatto) crea un forte malessere nella persona.
È importante sottolineare che non esistono persone completamente dipendenti affettivamente e persone che non lo sono per nulla, ma esistono diversi livelli di dipendenza affettiva: può essere minima, lieve, moderata o più marcata. Infatti, come già detto, un minimo livello di dipendenza affettiva caratterizza tutti noi.
Qui sotto approfondisco il tema, ma ti chiedo di tenere in considerazione che i comportamenti descritti non danno ragione del livello di sofferenza che una persona sta provando, né della gravità del problema. Spesso i comportamenti non permettono di capire il livello del problema, perché questo dipende molto da quello che effettivamente la persona vive dentro di sé, da quello che sente e pensa dentro di sè. Ognuno di noi è unico e quello che una persona sperimenta lo si può capire solo ascoltandola. Ad ogni modo, a prescindere dall’entità della difficoltà, un percorso psicologico o di psicoterapia permette di lavorare sulle proprie relazioni ed insicurezze personali per rafforzare il proprio carattere e sviluppare un maggiore grado di autonomia affettiva e di autostima. Questo a prescindere dall’età e dalla situazione che si sta attraversando.
Dipendenza affettiva e relazioni
La dipendenza affettiva non riguarda solo le relazioni d’amore, ma può caratterizzare anche altri tipi di rapporto (un rapporto di amicizia o un legame familiare). Pertanto, si potrebbe sperimentare una dipendenza affettiva dalla propria madre o dal proprio padre anche in età adulta. Ad ogni modo, la persona (o le persone) da cui si dipende affettivamente, diventano un punto di riferimento costante, e con i loro giudizi e comportamenti possono condizionare profondamente la vita della persona che soffre di dipendenza affettiva. Può essere un genitore, un partner, un amico. Nella mia esperienza di psicologo a Prato, ho notato che spesso la dipendenza affettiva è caratterizzata da una mancanza di reciprocità nella relazione tra due persone: in questi tipi di relazione, viene a crearsi uno squilibrio tra ciò che si dà e ciò che si riceve. In altri termini, la persona che soffre di dipendenza affettiva dà molto, si concede molto agli altri, è molto disponibile verso di loro, senza mai ricevere abbastanza. Quando si instaurano questi rapporti di dipendenza, essi non si fondano su un legame sano. Infatti, nelle relazioni basate sulla dipendenza affettiva, l’altro diventa una fonte di conferma del proprio valore o di riempimento del proprio vuoto interiore. In questo caso, la relazione anziché essere un sano nutrimento reciproco diventa il mezzo per colmare i propri bisogni affettivi.
Nella dipendenza affettiva il comportamento della persona è finalizzato a tenere sotto controllo emozioni considerate intollerabili, come l’ansia, che scaturisce dalla paura di essere rifiutati o abbandonati dall’altro. Per questo motivo, vengono attuati comportamenti volti ad ottenere l’approvazione dell’altro; oppure comportamenti di controllo, volti verificare l’affetto o l’amore dell’altro nei propri confronti.
Spesso la dipendenza affettiva si esprime in relazioni di co-dipendenza, dove l’altra persona (es. il partner) sente il bisogno di avere accanto qualcuno che dipenda affettivamente da lei. Infatti, diversamente da quanto si pensa, la dipendenza affettiva è spesso una dinamica a due.
Come Psicologo a Prato mi occupo della dipendenza affettiva che può instaurarsi sia verso propri familiari, sia nei confronti di altre figure di riferimento nella vita della persona, in particolare il proprio partner. Come Psicologo a Prato vengo spesso contattato per questo tipo di problematica da persone indipendenti da un punto di vista materiale, lavorativo, capaci di muoversi in maniera competente nella gestione degli aspetti pratici della vita, ma che non si sentono davvero autonomi interiormente.
Dipendenza affettiva e amore
In una relazione d’amore basata sulla dipendenza affettiva, la persona fatica a contare su se stessa per trovare la conferma del proprio valore personale e delle proprie capacità. In altri termini, la persona che soffre di dipendenza affettiva fatica a trovare un senso e un valore in se stessa, ed ha bisogno di una relazione dove trovare (o ricercare costantemente) conferma al proprio valore. Tuttavia, è proprio la capacità di trovare un valore in sé a prescindere dall’altro che ci rende autonomi e pronti per una relazione d’amore che non sia basata sulla dipendenza affettiva. Infatti, a dispetto di quanto si crede di solito, l’amore emerge dall’incontro di due individui, e non di due metà. L’altro non dovrebbe essere un completamento di sé, ma un elemento in più che aggiunge sapore e gusto alla nostra vita, senza esserne il centro.
Non è raro che l’amore e la dipendenza affettiva si confondano tra loro e siano entrambi presenti in una relazione. Per questo motivo, è importante distinguere i due livelli. Per farlo, l’elemento distintivo da tenere in considerazione (come detto in precedenza) consiste nella presenza o meno della capacità di contare su se stessi per trovare conferma al proprio valore e alle proprie capacità, senza avere un costante bisogno che questa conferma provenga dall’altro. Perché questo è ciò che ci garantisce di essere integri e completi anche senza l’altro. Altrimenti, se così non fosse, il rischio sarebbe quello di annullare la propria individualità in favore dell’altro, al fine di essere approvati da lui, soddisfacendo le sue aspettative in cambio di amore e di considerazione. Infatti, nella dipendenza affettiva si verifica spesso un auto-annullamento di sé, perché tutte le proprie energie sono focalizzate sull’altro e volte ad ottenere da lui attenzione, supporto o affetto, spesso mostrandosi disponibili, sottomettendosi alle sue volontà e facendo molta fatica a dire di no. Ovviamente è sano dedicarsi alla relazione e all’altro, ma quando la propria disponibilità si trasforma in assoluta dedizione all’altro, si crea uno squilibrio che porta a star male. In questo caso, la relazione anziché essere un sano nutrimento reciproco diventa il mezzo per colmare i propri bisogni affettivi.
La persona che soffre di dipendenza affettiva vive spesso il senso di inadeguatezza e la paura dell’abbandono, della separazione o della solitudine. Per questo motivo può sentire un costante stato di ansia o di tensione di fondo all’interno di una relazione d’amore. Gli allontanamenti, le separazioni (anche per brevi periodo di tempo) o i comportamenti di autonomia del partner vengono visti come una minaccia di un abbandono. Quindi, nella dipendenza affettiva, la relazione d’amore anziché essere un’occasione di crescita può diventare una bolla di tensione e ansia quasi costanti.
Chi è il partner della persona dipendente?
Nella mia esperienza di psicologo a Prato, ho notato che quando è presente una dipendenza affettiva, la persona amata può essere giudicante, rifiutante, poco presente, sfuggente o irraggiungibile. La persona amata fatica a ricambiare l’affetto e la disponibilità a lei donate, oppure diventa molto richiedente e pretenziosa versa la persona che ne dipende affettivamente. In alcuni casi il partner ha una personalità narcisistica o comunque un tipo di personalità per la quale fatica a mostrare empatia ed ascolto, facendo sentire la persona che soffre di una dipendenza affettiva rifiutata e allontanata. In alcuni casi il partner di chi soffre di dipendenza affettiva è molto egocentrico e concentrato sui suoi bisogni. Tuttavia, questi comportamenti del partner spingono la persona che soffre di dipendenza affettiva ad insistere nell’ottenere dal partner quello che in realtà non potrà mai darle: quell’affetto e considerazione tanto ricercati. Infatti, spesso il forte desiderio di essere amati mantiene la persona che soffre di una dipendenza affettiva in una relazione dove l’altro si mostra poco disponibile a soddisfare i propri bisogni affettivi. La relazione a questo punto si trasforma in uno sforzo costante per ottenere l’amore tanto desiderato, portando la persona, in alcuni casi, ad annullarsi completamente pur di ottenerlo. Questo diventa un fattore talmente frustrante da scatenare rabbia e risentimento nei confronti del partner. Tuttavia, in questi casi, la persona che soffre di dipendenza affettiva fatica ad interrompere la relazione, proprio per quello che la R. Norwood ha definito “amare troppo”.
Dipendenza affettiva e autostima
Spesso una non sufficiente autostima è caratteristica della dipendenza affettiva. Infatti, come ho scritto sopra, l’essenza della dipendenza affettiva consiste nel forte bisogno di essere confermati nel proprio valore personale, perché la persona che dipende affettivamente fatica a contare su se stessa. In altri termini, grazie all’approvazione dell’altro la persona sente di avere un valore; senza l’altro si sente persa. Una bassa autostima può aver avuto origine da esperienze relazionali dolorose, dove non si è stati visti e riconosciuti per quello che si è. Spesso queste relazioni riguardano la propria famiglia, i propri genitori in primis. Ma anche relazioni d’amore, o altri tipi di relazioni in cui si è stati profondamente feriti possono aver contribuito ad una bassa autostima e allo sviluppo di un modo di stare con gli altri basato sulla dipendenza affettiva. Come psicologo a Prato noto che in questi casi può essere difficile per la persona trovare in una storia d’amore un riconoscimento dei propri bisogni. Invece, quello che accade è che si insista costantemente per ottenere un riconoscimento, una stima, una valorizzazione di sé che però il partner non riesce a dare. Una relazione sana è infatti possibile se si è raggiunta una buona indipendenza personale, e quindi una buona autostima. Una relazione sana è possibile solo quando si ha la capacità di mostrarsi per come si è autenticamente, lasciando emergere anche le debolezze e senza il bisogno di controllare l’altro; essendo capaci di far rispettare i propri confini all’interno di una relazione di amore, regolando distanza e vicinanza.
Come posso aiutarti?
Nel mio studio di psicologo a Prato, mi occupo di prenderti in carico, ascoltandoti ed aiutandoti a capire come affrontare le tue attuali difficoltà.
L’approccio terapeutico che utilizzo per curare la dipendenza affettiva è l’approccio sistemico-relazionale. Senza nessun giudizio e rispettando i tuoi tempi, parto dalla valutazione approfondita della tua storia e delle situazioni relazionali in cui ti trovi attualmente, accompagnandoti verso una migliore comprensione dell’origine delle tue difficoltà, suggerendo anche il tipo direzione utile per la risoluzione delle tue problematiche.
L’approccio sistemico-relazionale per la cura della dipendenza affettiva mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo problema. Senza nessun giudizio e rispettando i tuoi tempi approfondisco la tua storia e altre componenti importanti (famiglia di origine e legami di attaccamento, primi rapporti di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità). Questo permette di capire come ha esordito il problema e quali siano le condizioni che lo mantengono. Mi occupo poi di valorizzare lo sviluppo delle tue risorse personali per affrontare diversamente e in maniera costruttiva le situazioni relazionali nei diversi contesti di vita, al fine di portarti ad un maggiore grando di indipendenza e benessere.
L’approccio sistemico relazionale segue linee di intervento efficaci che variano da un individuo all’altro a seconda delle caratteristiche individuali e dei problemi specifici di ciascuna persona.
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Dipendenza affettiva
Psicologo Prato
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