Bulimia nervosa

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Psicologo Prato

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Cos’è la bulimia?

La bulimia fa parte della più ampia categoria diagnostica chiamata Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, come indicato nel DSM-5. Molte persone credono di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione i giusti criteri per la valutazione di questa condizione, che puoi leggere sotto. La bulimia nervosa è caratterizzata dall’ingestione compulsiva e rapida di una grande quantità di cibo, seguita da comportamenti volti a non assimilare il cibo ingerito: vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico. Questi comportamenti compensatori conseguenti alle abbuffate, hanno  la finalità di non assumere peso e controllare la propria forma fisica. 


Molte persone credono di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione i giusti criteri per la valutazione di questa condizione. Qui i principali criteri da tenere in considerazione per valutare la possibile presenza di un problema di bulimia nervosa. 

  • Le abbuffate devono essere ricorrenti, comportare il consumo di una grande quantità di cibo ( una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili) e devono durare un tempo abbastanza lungo (es. Un periodo di due ore). Quindi le abbuffate non devono essere confuse con gli spuntini fuori pasto o momenti in cui si mangia uno po‘ più del dovuto, per golosità, durante situazioni di convivialità o in certi periodi stressanti. 

  • Le abbuffate devono essere caratterizzate dalla sensazione di perdere il controllo, per cui la persona non riesce ad astenersi dall’atto di mangiare o ha la sensazione di non riuscire a fermarsi una volta iniziato. 

  • Le abbuffate devono essere seguite da comportamenti di compensazione finalizzati al controllo del peso. Il vomito auto-indotto è il metodo più utilizzato. Non necessariamente deve essere attuato subito dopo l’abbuffata. Altri metodi compensatori utilizzati riguardano l’uso di lassativi, digiuno o eccessivo esercizio fisico. Il digiuno potrebbe durare anche 24 ore, e l’esercizio fisico potrebbe interferire con le attività quotidiane importanti o essere svolto in luoghi e momenti inappropriati. 

  • Le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno 1 volta alla settimana per almeno tre mesi. Episodi più sporadici sono da considerarsi condotte episodiche che comunque meritano un approfondimento psicologico ed un iintervento finalizzato a prevenire la possibilità dell’insorgenza di una condotta bulimica.  

  • Come per l’anoressia nervosa è presente una forte preoccupazione legata al peso e all’aspetto fisico. Come le persone che riportano sintomi anoressici, chi riporta sintomi bulimici dà molta importanza al peso e alla propria forma fisica. Pertanto, la loro autostima può oscillare in funzione della percezione del proprio corpo, prima e dopo le abbuffate; prima e dopo i comportamenti compensatori. 


Bulimia e aspetti psicologici

Le persone che presentano comportamenti bulimici, possono anche attuare comportamenti compulsivi avendo la sensazione di perdere il controllo anche quando ciò non è legato all’atto dell’abbuffata. Come nel caso dell’anoressia, anche nella bulimia può essere presente una tendenza al perfezionismo finalizzato al raggiungimento di elevati livelli di prestazione, nel lavoro o nel proprio aspetto fisico. Proprio per questo, limiti, errori ed imperfezioni possono far percepire alla persona un senso di fallimento, di inadeguatezza o portare alla sensazione di non essere abbastanza. E spesso presente una percezione distorta della propria immagine corporea. Questo significa che una persona bulimica può sentirsi “grassa” anche quando non lo è. In certi casi, pur ammettendo la propria magrezza generale si percepiscono comunque come “troppo grasse” relativamente ad alcune parti del proprio corpo: cosce, glutei, pancia. Il disturbo dell’immagine corporea, detta in passato anche dispercezione corporea, è infatti un sintomo caratteristico dei disturbi alimentari, in particolare dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, ed è caratterizzato dall’errata percezione delle dimensioni e delle forme del corpo. Quindi, oltre alle condotte restrittive, nella bulimia (come in altri disturbi dell’alimentazione: bing-eating e anoressia) è centrale la valutazione che la persona fa dì sé in rapporto alla propria immagine corporea. Il giudizio negativo su di sé si alterna a quello positivo, in funzione del proprio atteggiamento interiore e in funzione dei modelli sociali del contesto di vita della persona che soffre di bulimia. Dunque, nella bulimia, l’autostima può essere fortemente influenzata dalla propria immagine corporea. 

Quali sono i sintomi della bulimia nervosa?

Principali criteri descrittivi della Bulimia Nervosa secondo il DSM-5 (2014)

  • Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:

  1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

  2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).  

  3. Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva.  

  4. Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi.  

  5. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo.  

  6. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.  

Il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza di condotte compensatorie inappropriate (si veda sotto). Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale.  

  • Lieve: Una media di 1-3 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana  

  • Moderata: Una media di 4-7 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.

  • Grave: Una media di 8-13 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.

  • Estrema: Una media di 14 o più episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana. 


Come posso aiutarti?

L’approccio terapeutico che utilizzo ai fini del trattamento della Bulimia Nervosa è sistemico-relazionale.

Questo approccio, per la cura della Bulimia Nervosa mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo disturbo.

Si analizzano il contesto emotivo, cognitivo, comportamentale e relazionale (famiglia di origine, primi legami di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità) in cui la Bulimia Nervosa ha fatto il suo esordio e si è sviluppata nel tempo. 

In molti casi è consigliata una terapia famigliare, ovvero un tipo di terapia che richiede il coinvolgimento di alcuni o tutti i famigliari in certe fasi della terapia. In questo modo il terapeuta ha modo di collaborare non solo con il paziente, ma con l’intera famiglia per affrontare questa problematica nel modo più efficace possibile. 

Cos’è la bulimia?

La bulimia fa parte della più ampia categoria diagnostica chiamata Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, come indicato nel DSM-5. Molte persone credono di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione i giusti criteri per la valutazione di questa condizione, che puoi leggere sotto. La bulimia nervosa è caratterizzata dall’ingestione compulsiva e rapida di una grande quantità di cibo, seguita da comportamenti volti a non assimilare il cibo ingerito: vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico. Questi comportamenti compensatori conseguenti alle abbuffate, hanno  la finalità di non assumere peso e controllare la propria forma fisica. 


Molte persone credono di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione i giusti criteri per la valutazione di questa condizione. Qui i principali criteri da tenere in considerazione per valutare la possibile presenza di un problema di bulimia nervosa. 

  • Le abbuffate devono essere ricorrenti, comportare il consumo di una grande quantità di cibo ( una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili) e devono durare un tempo abbastanza lungo (es. Un periodo di due ore). Quindi le abbuffate non devono essere confuse con gli spuntini fuori pasto o momenti in cui si mangia uno po‘ più del dovuto, per golosità, durante situazioni di convivialità o in certi periodi stressanti. 

  • Le abbuffate devono essere caratterizzate dalla sensazione di perdere il controllo, per cui la persona non riesce ad astenersi dall’atto di mangiare o ha la sensazione di non riuscire a fermarsi una volta iniziato. 

  • Le abbuffate devono essere seguite da comportamenti di compensazione finalizzati al controllo del peso. Il vomito auto-indotto è il metodo più utilizzato. Non necessariamente deve essere attuato subito dopo l’abbuffata. Altri metodi compensatori utilizzati riguardano l’uso di lassativi, digiuno o eccessivo esercizio fisico. Il digiuno potrebbe durare anche 24 ore, e l’esercizio fisico potrebbe interferire con le attività quotidiane importanti o essere svolto in luoghi e momenti inappropriati. 

  • Le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno 1 volta alla settimana per almeno tre mesi. Episodi più sporadici sono da considerarsi condotte episodiche che comunque meritano un approfondimento psicologico ed un iintervento finalizzato a prevenire la possibilità dell’insorgenza di una condotta bulimica.  

  • Come per l’anoressia nervosa è presente una forte preoccupazione legata al peso e all’aspetto fisico. Come le persone che riportano sintomi anoressici, chi riporta sintomi bulimici dà molta importanza al peso e alla propria forma fisica. Pertanto, la loro autostima può oscillare in funzione della percezione del proprio corpo, prima e dopo le abbuffate; prima e dopo i comportamenti compensatori. 


Bulimia e aspetti psicologici

Le persone che presentano comportamenti bulimici, possono anche attuare comportamenti compulsivi avendo la sensazione di perdere il controllo anche quando ciò non è legato all’atto dell’abbuffata. Come nel caso dell’anoressia, anche nella bulimia può essere presente una tendenza al perfezionismo finalizzato al raggiungimento di elevati livelli di prestazione, nel lavoro o nel proprio aspetto fisico. Proprio per questo, limiti, errori ed imperfezioni possono far percepire alla persona un senso di fallimento, di inadeguatezza o portare alla sensazione di non essere abbastanza. E spesso presente una percezione distorta della propria immagine corporea. Questo significa che una persona bulimica può sentirsi “grassa” anche quando non lo è. In certi casi, pur ammettendo la propria magrezza generale si percepiscono comunque come “troppo grasse” relativamente ad alcune parti del proprio corpo: cosce, glutei, pancia. Il disturbo dell’immagine corporea, detta in passato anche dispercezione corporea, è infatti un sintomo caratteristico dei disturbi alimentari, in particolare dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, ed è caratterizzato dall’errata percezione delle dimensioni e delle forme del corpo. Quindi, oltre alle condotte restrittive, nella bulimia (come in altri disturbi dell’alimentazione: bing-eating e anoressia) è centrale la valutazione che la persona fa dì sé in rapporto alla propria immagine corporea. Il giudizio negativo su di sé si alterna a quello positivo, in funzione del proprio atteggiamento interiore e in funzione dei modelli sociali del contesto di vita della persona che soffre di bulimia. Dunque, nella bulimia, l’autostima può essere fortemente influenzata dalla propria immagine corporea. 

Quali sono i sintomi della bulimia nervosa?

Principali criteri descrittivi della Bulimia Nervosa secondo il DSM-5 (2014)

  • Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:

  1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

  2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).  

  3. Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva.  

  4. Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi.  

  5. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo.  

  6. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.  

Il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza di condotte compensatorie inappropriate (si veda sotto). Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale.  

  • Lieve: Una media di 1-3 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana  

  • Moderata: Una media di 4-7 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.

  • Grave: Una media di 8-13 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.

  • Estrema: Una media di 14 o più episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana. 


Come posso aiutarti?

L’approccio terapeutico che utilizzo ai fini del trattamento della Bulimia Nervosa è sistemico-relazionale.

Questo approccio, per la cura della Bulimia Nervosa mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo disturbo.

Si analizzano il contesto emotivo, cognitivo, comportamentale e relazionale (famiglia di origine, primi legami di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità) in cui la Bulimia Nervosa ha fatto il suo esordio e si è sviluppata nel tempo. 

In molti casi è consigliata una terapia famigliare, ovvero un tipo di terapia che richiede il coinvolgimento di alcuni o tutti i famigliari in certe fasi della terapia. In questo modo il terapeuta ha modo di collaborare non solo con il paziente, ma con l’intera famiglia per affrontare questa problematica nel modo più efficace possibile. 

Cos’è la bulimia?

La bulimia fa parte della più ampia categoria diagnostica chiamata Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, come indicato nel DSM-5. Molte persone credono di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione i giusti criteri per la valutazione di questa condizione, che puoi leggere sotto. La bulimia nervosa è caratterizzata dall’ingestione compulsiva e rapida di una grande quantità di cibo, seguita da comportamenti volti a non assimilare il cibo ingerito: vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico. Questi comportamenti compensatori conseguenti alle abbuffate, hanno  la finalità di non assumere peso e controllare la propria forma fisica. 


Molte persone credono di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono. Pertanto, è molto importante tenere in considerazione i giusti criteri per la valutazione di questa condizione. Qui i principali criteri da tenere in considerazione per valutare la possibile presenza di un problema di bulimia nervosa. 

  • Le abbuffate devono essere ricorrenti, comportare il consumo di una grande quantità di cibo ( una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili) e devono durare un tempo abbastanza lungo (es. Un periodo di due ore). Quindi le abbuffate non devono essere confuse con gli spuntini fuori pasto o momenti in cui si mangia uno po‘ più del dovuto, per golosità, durante situazioni di convivialità o in certi periodi stressanti. 

  • Le abbuffate devono essere caratterizzate dalla sensazione di perdere il controllo, per cui la persona non riesce ad astenersi dall’atto di mangiare o ha la sensazione di non riuscire a fermarsi una volta iniziato. 

  • Le abbuffate devono essere seguite da comportamenti di compensazione finalizzati al controllo del peso. Il vomito auto-indotto è il metodo più utilizzato. Non necessariamente deve essere attuato subito dopo l’abbuffata. Altri metodi compensatori utilizzati riguardano l’uso di lassativi, digiuno o eccessivo esercizio fisico. Il digiuno potrebbe durare anche 24 ore, e l’esercizio fisico potrebbe interferire con le attività quotidiane importanti o essere svolto in luoghi e momenti inappropriati. 

  • Le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno 1 volta alla settimana per almeno tre mesi. Episodi più sporadici sono da considerarsi condotte episodiche che comunque meritano un approfondimento psicologico ed un iintervento finalizzato a prevenire la possibilità dell’insorgenza di una condotta bulimica.  

  • Come per l’anoressia nervosa è presente una forte preoccupazione legata al peso e all’aspetto fisico. Come le persone che riportano sintomi anoressici, chi riporta sintomi bulimici dà molta importanza al peso e alla propria forma fisica. Pertanto, la loro autostima può oscillare in funzione della percezione del proprio corpo, prima e dopo le abbuffate; prima e dopo i comportamenti compensatori. 


Bulimia e aspetti psicologici

Le persone che presentano comportamenti bulimici, possono anche attuare comportamenti compulsivi avendo la sensazione di perdere il controllo anche quando ciò non è legato all’atto dell’abbuffata. Come nel caso dell’anoressia, anche nella bulimia può essere presente una tendenza al perfezionismo finalizzato al raggiungimento di elevati livelli di prestazione, nel lavoro o nel proprio aspetto fisico. Proprio per questo, limiti, errori ed imperfezioni possono far percepire alla persona un senso di fallimento, di inadeguatezza o portare alla sensazione di non essere abbastanza. E spesso presente una percezione distorta della propria immagine corporea. Questo significa che una persona bulimica può sentirsi “grassa” anche quando non lo è. In certi casi, pur ammettendo la propria magrezza generale si percepiscono comunque come “troppo grasse” relativamente ad alcune parti del proprio corpo: cosce, glutei, pancia. Il disturbo dell’immagine corporea, detta in passato anche dispercezione corporea, è infatti un sintomo caratteristico dei disturbi alimentari, in particolare dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, ed è caratterizzato dall’errata percezione delle dimensioni e delle forme del corpo. Quindi, oltre alle condotte restrittive, nella bulimia (come in altri disturbi dell’alimentazione: bing-eating e anoressia) è centrale la valutazione che la persona fa dì sé in rapporto alla propria immagine corporea. Il giudizio negativo su di sé si alterna a quello positivo, in funzione del proprio atteggiamento interiore e in funzione dei modelli sociali del contesto di vita della persona che soffre di bulimia. Dunque, nella bulimia, l’autostima può essere fortemente influenzata dalla propria immagine corporea. 

Quali sono i sintomi della bulimia nervosa?

Principali criteri descrittivi della Bulimia Nervosa secondo il DSM-5 (2014)

  • Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:

  1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

  2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).  

  3. Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva.  

  4. Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi.  

  5. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo.  

  6. L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.  

Il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza di condotte compensatorie inappropriate (si veda sotto). Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale.  

  • Lieve: Una media di 1-3 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana  

  • Moderata: Una media di 4-7 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.

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