Binge-Eating

Binge-Eating

Psicologo Prato

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Quando il cibo diventa un modo per contenere il dolore

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder) è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate senza comportamenti di compensazione. Chi ne soffre vive spesso in silenzio, con un profondo senso di vergogna e di fallimento.

Non è mancanza di volontà.
È un modo complesso per regolare emozioni difficili.

Nel mio studio a Prato offro un percorso psicologico per comprendere e superare questa sofferenza, recuperando controllo e benessere.

Molte persone descrivono le abbuffate come una risposta a stress, ansia o tensioni emotive difficili da gestire, più che come un problema di fame reale.


Come si manifesta

Secondo il DSM-5:
• abbuffate ricorrenti con perdita di controllo
• mangiare molto più velocemente del normale
• continuare a mangiare anche senza fame
• mangiare da soli per imbarazzo
• forte disagio dopo l’abbuffata

Spesso il disturbo si accompagna a:
• continua lotta con il peso
• tentativi di diete ripetute e fallite
ansia e bassa autostima

Molte persone riferiscono una costante paura del giudizio sociale e del rifiuto, che porta a vivere il corpo come una fonte di vergogna o fallimento personale.


Emozioni e nutrimento

Il cibo può diventare:
• un anestetico emotivo,
• un rifugio,
• una compensazione alla mancanza di conforto e riconoscimento.

Il binge eating riempie un vuoto interno, non lo colma.

Questa dinamica può nascere da relazioni affettive frustranti o segnate da mancanza di ascolto, o da esperienze precoci di abbandono e solitudine.
Spesso si alternano fasi di ipercontrollo e perdita di controllo, come accade anche nella bulimia nervosa.


Perché rivolgersi a uno psicologo

Il mio intervento sistemico-relazionale aiuta a:
riconoscere i fattori emotivi e relazionali che innescano l’abbuffata
migliorare l’autoregolazione emotiva
sviluppare un rapporto più sano con corpo e cibo
trasformare la colpa in consapevolezza

Se necessario, collaboro con nutrizionisti, medici e altri specialisti per un supporto multidisciplinare.
Durante il percorso, affrontiamo anche eventuali vissuti di tristezza o perdita di motivazione, che spesso accompagnano il disturbo alimentare.


Un aiuto concreto a Prato

Il percorso psicologico permette di recuperare:
• libertà rispetto al cibo
• sicurezza personale
• serenità nelle relazioni e nella socialità

Ritrovare equilibrio con l’alimentazione significa anche riconnettersi con il corpo e riscoprire piacere e vitalità, recuperando anche slancio nella sfera della sessualità. Un cambiamento reale nasce quando la persona impara a darsi ciò che prima chiedeva al cibo: ascolto, comprensione e accoglienza.


📩 Le abbuffate ti fanno sentire senza controllo?
Se senti che il cibo riempie un vuoto emotivo ma poi lascia vergogna e frustrazione, possiamo affrontare insieme il ciclo abbuffata–colpa e ritrovare libertà nei tuoi gesti quotidiani.


Domande frequenti

Perché mangio anche senza fame?
Per calmare tensioni interne o riempire un vuoto emotivo.

Si può interrompere il ciclo abbuffata–colpa?
Sì: lavorando sul riconoscimento dei trigger emotivi.

Serve cambiare tutta l’alimentazione?
No, si lavora prima sul rapporto col cibo, senza restrizioni punitive.

Il problema tornerà?
Un percorso di cura solido riduce fortemente il rischio di ricadute.


📍 Studio Dr. Matteo Lupi – Psicologo a Prato
Zona Viale della Repubblica / Viale Montegrappa — Prato Est
Ricevo su appuntamento, anche online
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Cosa è Binge-Eating?

Il binge-eating non deve essere confuso con la fame emotiva/nervosa, le “abbuffate” durante i periodi di festività o in particolari situazioni di convivialità: uscite al ristorante con gli amici, con la famiglia etc…neanche frequenti spuntini durante la giornata possono essere associati a questo problema. Infatti, nel bing-eating le abbuffate prevedono il mangiare, in un determinato periodo di tempo (es. un periodo di due ore), una quantità ben maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. Diversamente dalla bulimia, l’abbuffata non è associata alla messa in atto sistematica di condotte compensatorie, come vomito, eccessivo esercizio fisico o utilizzo di lassativi e purghe. 

Durante le abbuffate, l’individuo tende a:

  • Mangiare molto più rapidamente del normale;

  • Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni;

  • Mangiare grandi quantità di cibo anche se non si è affamati;

  • Mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando;

  • Sentirsi in colpa per l’abbuffata.


Un aspetto piuttosto esplicativo del Disturbo da Binge-Eating e che aiuta la caratterizzazione di un eccessivo consumo di cibo come episodio di abbuffata è la sensazione di perdita di controllo. Questa si esprime nell’incapacità di astenersi dal mangiare o di smettere di mangiare una volta cominciato. Spesso è accompagnato da un senso di estraniamento durante o subito dopo gli episodi di abbuffata. Inoltre, la compromissione del controllo associata all’abbuffata non è assoluta: per esempio, un individuo può continuare ad abbuffarsi quando il campanello di casa suona, ma arrestarsi di colpo nel momento in cui qualcuno entri improvvisamente nella stanza dove si sta consumando l’abbuffata.

Il sentimento di vergogna è uno dei vissuti che più accompagnano le persone che soffrono di Disturbo da Binge-Eating. Questi vivono con forte imbarazzo i propri problemi alimentari, tanto che le abbuffate avvengono in solitudine.

Spesso, la molla dietro un episodio di abbuffata è rappresentata da un’emozione negativa o da altre condizioni quali:

  • Condizioni interpersonali stressanti;

  • Restrizione dietetica;

  • Sentimenti negativi riguardanti il proprio peso ed il proprio corpo;

  • Sentimenti negativi riguardanti il cibo;

  • Noia.


Sintomi del disturbo da Binge-Eating

Principali criteri descrittivi del Disturbo da Binge-Eating secondo il DSM-5 (2014)

  • Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:

  1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.

  2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).  

  • Gli episodi di abbuffata sono associati a tre o più dei seguenti aspetti:

  1. Mangiare molto più rapidamente del normale.

  2. Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni.

  3. Mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente affamati.

  4. Mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando.

  5. Sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio. 

  6. È presente marcato disagio riguardo alle abbuffate.  

  7. L’abbuffata si verifica, mediamente, almeno una volta alla settimana per 3 mesi  

  8. L’abbuffata non è associata alla messa in atto sistematica di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa, e non si verifica esclusivamente in corso di bulimia nervosa o anoressia nervosa  

  9. Il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza degli episodi di abbuffata (si veda sotto). Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale.  

    1. Lieve: Una media di 1-3 episodi di abbuffata  a settimana  

    2. Moderata: Una media di 4-7 episodi di abbuffata a settimana.

    3. Grave: Una media di 8-13 episodi di abbuffata a settimana.

    4. Estrema: Una media di 14 o più episodi abbuffata a settimana.  


Come posso aiutarti?

L’approccio terapeutico che utilizzo ai fini del trattamento della Binge Eating è sistemico-relazionale.

Questo approccio, per la cura della Binge eating mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo disturbo.

Si analizzano il contesto emotivo, cognitivo, comportamentale e relazionale (famiglia di origine, primi legami di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità) in cui la Binge eating ha fatto il suo esordio e si è sviluppata nel tempo. 

In alcuni casi indicata una terapia famigliare, ovvero un tipo di terapia che richiede il coinvolgimento di alcuni o tutti i famigliari in certe fasi della terapia. In questo modo il terapeuta ha modo di collaborare non solo con il paziente, ma con l’intera famiglia nell’affrontare questa problematica. 

Come posso aiutarti?


info.matteolupi@gmail.com

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Viale della Repubblica 149 Prato

Psicologo iscritto allOrdine degli Psicologi della Toscana n° 1941

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